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HERMANN 
BERGAMELLI

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Hermann Bergamelli (Bergamo, 1990).
Diplomatosi nel 2016 in Nuove Tecnologie per le Arti all’Accademia di Bergamo, frequenta nel 2018 una Scholarship presso Central Saint Martins di Londra. Tra le mostre recenti, si ricorda la collettiva 15 -> The Waiting Hall, 2020, presso A+B Gallery: I’ll be home tonight, 2019 presso The House, Milano; Tòtòcœ, 2019 a Reharsal, Milano; la collettiva The Useless Land, 2018 presso il Castello di Lajone ad Alessandria. Nello stesso anno partecipa al Festival ArtDate - The Blank Contemporary Art di Bergamo.






In queste opere Bergamelli ibrida pittura e tessitura, conferendo ad esse un particolare carattere visivo-tattile, e con questo un profondo senso di intimità, calore, familiarità.

L’artista indaga le potenzialità generative della ripetizione di gesti semplici. Svelando il potere della praxis di ordinare il tempo attraverso l’azione sulla materia, egli mira a sperimentare dei processi produttivi, piuttosto che raggiungere esiti formali preordinati.

Dal pensiero, al suo continuo farsi materia, per tornare alla riflessione: ciascuna opera è il pretesto per un’esplorazione, che l’artista affronta e che offre al pubblico.

La ricerca di Bergamelli si muove tra ricordi di pittura optical, scultura anti-form e quelli di un sapere antico, la tessitura: è questo carattere specificamente tattile delle sue opere, a conferire loro un particolare senso di intimità, calore, familiarità. Al tatto associamo infatti suggestioni potenti, primordiali e viscerali, rispetto al senso dello sguardo, storicamente predominante e legato ad esperienze più razionali, quali la visione e la scrittura.

Nel realizzare i propri lavori l’artista indaga le potenzialità generative della ripetizione di gesti semplici, ne affina le potenzialità espressive: svela il potere della praxis di ordinare il tempo, dando senso alla materia. La sua pratica è, nelle parole dell’artista stesso, un’opportunità erratica, un ritrovarsi sempre in una prospettiva differente. Nelle pitture-sculture tessili, Bergamelli mira a sperimentare dei processi produttivi, piuttosto che raggiungere esiti formali preordinati.

Dal pensiero, al suo continuo farsi materia, per tornare alla riflessione: ciascuna opera è il pretesto per un’esplorazione, che l’artista affronta e che offre al pubblico. Per questo, tanto dichiarate ed evidenti risultano le componenti estetiche dei materiali pazientemente lavorati, quanto questi sono pervasi da una suggestione meditativa, un afflato cosmico.
Nelle Stratificazioni, lunghe strisce di tessuto - oltre venti metri - sono ripiegate e cucite, sviluppando uno spazio monumentale ordinato eppure fluido, morbido, dall’andamento liquido, atmosferico. Nelle Immersioni il legame tra il gesto e il suo esito è altrettanto immediato eppure solo parzialmente controllabile: la colorazione dei tessuti con additivi o pigmenti naturali è ricomposta solo in un secondo momento dall’artista.



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